Strategie multiscalari

TSPOON, studio di architettura romano formato da Nina Artioli, Alessandra Glorialanza ed Eliana Saracino, opera a 360 gradi dalla piccola alla grande scala con un unico obiettivo: stabilire dei punti fermi che permettano di conferire riconoscibilità e identità al progetto, consentendo di evolvere nel tempo senza perdere di efficacia.
Di Alessandra Coppa

Il nome TSPOON evoca il piccolo, ma pensano in grande. Nina Artioli, Alessandra Glorialanza ed Eliana Saracino sono le fondatrici di questo giovane e attivissimo studio di progettazione architettonica e urbana, con sede a Roma, che opera attraverso progetti, processi, installazioni, ricerche, iniziative editoriali e allestimenti. Hanno recentemente progettato quello della mostra Gae Aulenti. Uno sguardo sul Giappone e sul Mondo all’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo nell’anno del decennale della scomparsa della nonna di Nina, che ora ne dirige l’Archivio a Milano.

 

TSPOON allestimento della mostra per l’Istituto Italiano di Cultura | Tokyo, Giappone | 2022
TSPOON allestimento della mostra per l’Istituto Italiano di Cultura | Tokyo, Giappone | 2022

 

Perché avete scelto proprio il nome TSPOON?

Nina: Teaspoon è l’ultima parola dell’introduzione del celebre libro S, M, L, XL di Rem Koohlaas. Negli anni della nostra formazione, lo studio OMA è stato fondamentale per il tipo di visione, di modalità operativa e per la progettualità. L’idea di chiamarci TSPOON è nata per la nostra intenzione di lavorare con uno strumento molto piccolo rispetto a quello che ci si propone d’affrontare come i temi urbani. Dunque un’ambizione grande da affrontare con uno strumento piccolissimo. TSPOON è un piccolo strumento che produce processi. Qualsiasi sia la scala di intervento, l‘obiettivo della sperimentazione di TSPOON consiste nel creare ecosistemi derivanti dall’interazione tra strategie generali e la natura minuta e molteplice della vita quotidiana. Il progetto è una griglia aperta di possibilità in grado di assorbire e catalizzare mutazioni, trasformazioni e riappropriazioni in un processo dialettico continuo tra lo spazio e gli abitanti.

 

Un extra small che riprende l’idea dal cucchiaio alla città…

Nina: Certamente, il tentativo è proprio quello di affrontare tutte le scale del progetto.

 

Come vi siete conosciute?

Nina: Frequentavamo tutte la Facoltà di architettura Roma Tre, eravamo un gruppo di 10-12 studenti con cui collaboravamo per gli esami. Negli ultimi anni abbiamo sperimentato in tanti workshop. Abbiamo realizzato insieme l’annuario di architettura non ufficiale della facoltà, un librino rosa in cui erano raccolti i migliori progetti dei vari corsi di progettazione, si chiamava ironicamente “Carne Fresca”, poiché la sede era in un ex mattatoio. Siamo nati come gruppo in questa occasione, poi abbiamo iniziato a fare tanti concorsi, fino a che ognuno ha preso la sua strada e noi tre abbiamo fondato lo studio. Era il 2012. Sono già passati dieci anni.

 

Qual è il vostro approccio alla progettazione?

Alessandra: Volendo affrontare il tema urbano e per fare ricerca su questo tema, come TSPOON partecipiamo a tantissimi concorsi di rigenerazione e di riqualificazione urbana di quartieri o di zone delle città, tendenzialmente su spazi già urbanizzati, cercando di lavorare sull’esistente: questo è il canale principale che ci permette di fare sperimentazione. Studiando soluzioni progettuali per casi complessi e specifici, abbiamo acquisito col tempo un nostro metodo d’approccio con cui lavoriamo sempre per provare a cercare di dare delle “strutture” a questi spazi, restituire attraverso il progetto la comprensione di regole generali, in cui possano essere ritrovate la giusta scala e le sfumature dei particolari legati alla quotidianità, al tempo. Tutte tematiche difficilmente ponderabili in ambito progettuale, ma che secondo noi devono essere integrate nella progettazione a tutte le scale, dalla più grande a quella più piccola. Questi temi, che fanno parte del nostro metodo di approccio, vengono poi adattati ai vari progetti che andiamo ad affrontare, anche se si tratta solo di un’installazione.

 

Come funziona questo vostro metodo multi scalare?

Eliana: Dare una scala a ogni progetto ti permette di leggerlo. Significa stabilire dei punti fermi che permettano a tutti di dargli una dimensione, una riconoscibilità, che consentano al progetto di cambiare nel tempo senza perdere di efficacia. Spesso facciamo riferimento al gioco: una volta stabilite le regole viene data poi la possibilità di avere degli esiti differenti di volta in volta, a seconda delle situazioni.

 

Nei vostri progetti il paesaggio, il verde assume un ruolo centrale?

Nina: Interveniamo sul paesaggio considerandolo come architettura, al pari degli elementi costruiti, la natura intesa come “elemento di progettazione”. Il sistema ambientale nei nostri progetti diventa un sistema infrastrutturale. Bisogna superare l’idea che il verde faccia da sfondo che “stia bene con tutto”, la natura è secondo noi parte strutturale del progetto.
Recentemente abbiamo terminato il progetto Freespace per il Corso della Libertà di Merano. Nel bando, la progettazione riguardava l’arredo urbano e la pavimentazione in un pezzo di città consolidata, ben definita e centralissima. Per definire il carattere del Corso abbiamo scelto di fare riferimento all’immaginario fin de siècle, che ha inciso profondamente sull’identità urbana, definendone i suoi tratti salienti: l’oro e il cobalto come materiali e colori prevalenti. Il sistema vegetazionale, in questo caso, si inserisce all’interno del tessuto urbano come elemento caratterizzante del paesaggio agricolo e produttivo meranese: per esempio il melo, con la sua stagionalità e profumi, riporta in forma “urbana” all’interno della città colore, uniformità, e ordine.

 

TSPOON Freespace, riqualificazione di Corso della Libertà superiore | Merano (BZ) | 2022

Freespace. Riqualificazione di Corso della Libertà superiore, Merano (BZ), 2022

 

Alessandra: Corso della Libertà oggi si trova in uno stato di disordine formale e visivo, in cui dominano la presenza delle auto e dei vari tentativi di separazione fra le parti. Uno stato in cui si è persa la chiarezza e la simbolica unitarietà del sistema. L’obiettivo principale del nostro intervento è stato quello di fornire una maggiore qualità della vita a residenti, visitatori e imprese locali, ridefinendo le modalità d’uso di uno spazio realmente condiviso. Riammagliando le tracce e le memorie dei luoghi, reinterpretandole in chiave contemporanea, il progetto per Corso della Libertà definisce una struttura robusta, ma sottile ed elegante allo stesso tempo, in cui tracciare una solida linea di continuità nella memoria territoriale tra passato, presente e futuro. Il nostro progetto per Corso della Libertà ha ricevuto la menzione d’onore.

Eliana: Il verde è una parte dell’architettura che evolve, la nostra idea è quella di creare progetti che considerino questa condizione. E’ importante già immaginare fin dal concept un’evoluzione, sia nel tempo brevissimo che è quello della stagione – il colore e l’impatto del fogliame nel tempo breve – ma anche nel tempo lungo di messa a dimora fino alla crescita della vegetazione a maturazione completa. Immaginare come il progetto cambi anche in relazione al sistema ambientale.

 

Dunque per voi la questione del “tempo” nel progetto è fondamentale…

Alessandra: Certamente, soprattutto se si considera lo sviluppo del progetto nei tempi lunghi della città, è basilare cercare di individuare, fin dai primi segni del progetto, se quella è la strada giusta per poterlo modificare nel corso del tempo.

 

In Italia purtroppo i tempi in cui si concretizzano i progetti urbani sono lunghissimi. Come procede il vostro progetto GUARDA-MI per la riqualificazione del Cavalcavia Bussa (progetto vincitore del concorso a Milano nel 2014) e delle sue connessioni con la città, in un sistema continuo di spazi pubblici?

Nina: Questo progetto è ancora in corso. GUARDA-MI consiste in una strategia operativa in grado di trasformare uno spazio che ha perso la sua funzione urbana in un extra-spazio, uno spazio vivente e vissuto, restituito alla città. Il progetto di trasformazione si andrà progressivamente ad inserire nell’immaginario collettivo del panorama urbano come luogo in cui, assumendosi una certa dose di responsabilità, sarà possibile gettare le fondamenta per modelli alternativi di sviluppo, basati sulla temporalità degli usi e sull’adattabilità, sull’interazione fra gli attori urbani che a differenti scale sono coinvolti nei processi di trasformazione e sul coinvolgimento diretto degli utenti. Il progetto è riuscito ad assorbire nel corso del tempo tanti cambiamenti anche politici, con ben tre giunte. Se si guardano le immagini più recenti e le prime il progetto non è cambiato. Da una parte ci rincuora, il progetto non è invecchiato!

 

TSPOON GUARDA-MI, riqualificazione del Cavalcavia Bussa | Milano | 2014

GUARDA-MI. Riconversione del cavalcavia Bussa in spazi per lo sport e il tempo libero, Milano, Italia

 

Su quali progetti state lavorando alla piccola scala?

Alessandra: Oltre alla scala urbana, sperimentiamo le nostre idee anche sulle scale più piccole: le installazioni. La Pentana è un progetto che ha vinto l’anno scorso un concorso promosso dal Ministero della Cultura, al fine di costruire spazi di prossimità per progetti di rigenerazione urbana. Abbiamo collaborato con una associazione di giovani che hanno preso in gestione la Rocca Janula a Cassino. Abbiamo disegnato un pentagono, una pedana-palco funzionale per eventi vari, concerti, incontri, rappresentazioni storiche. Si è lavorato con una struttura rigida e con degli elementi mobili che lasciassero libertà d’uso.

 

TSPOON, LA PENTANA, allestimento degli spazi esterni di Rocca Janula | Cassino (FR) | 2022
TSPOON, LA PENTANA, allestimento degli spazi esterni di Rocca Janula | Cassino (FR) | 2022

La Pentana. Allestimento degli spazi esterni di Rocca Janula, Cassino (FR), 2022 (foto: Flavia Rossi)

 

Eliana: Si tratta di un dispositivo effimero che permette di potenziare l’uso degli spazi della Rocca definendola come un palcoscenico urbano: un luogo in cui mettere in atto, da un lato, la rappresentazione della vita quotidiana, fatta di incontro, scambio e condivisione per la costruzione di una comunità; dall’altro, un luogo che, come un palcoscenico, può accogliere l’evento, il rito collettivo, l’eccezionale e l’inatteso. Un progetto riconfigurabile i cui bordi e il suo interno sono elementi in polistirolo mobili che possono essere riadattati all’occorrenza.

 

Quali sono i vostri materiali preferiti e tra questi c’è anche la ceramica?

Nina: Le nostre scelte per i materiali sono sempre dettate dal contesto. Scegliamo arredi urbani che siano adatti ai contesti contemporanei e storici, lavorando in analogia oppure in contrapposizione, come ad esempio il polistirolo per lavorare sulla leggerezza ma a costi contenuti. Ma anche il legno. Il tentativo è sempre quello di utilizzare materiali ecocompatibili, specie per le pavimentazioni esterne. Nel caso del materiale ceramico, per gli interni offre molte opportunità per la varietà dei formati, forme, colori e geometrie che permettono una infinita possibilità compositiva. Per gli esterni l’offerta del mercato di materiali per superfici ampie a costi contenuti non è così vasta. Poiché il settore ceramico è molto dinamico, ci piacerebbe che sperimentasse di più sugli esterni con una maggiore varietà di colori, formati e tecnologie che riescano a far filtrare l’acqua.

 

 

Giugno 2023

BIOGRAFIA
Cer Magazine Italia 61 | 06.2023
Gruppo Bardelli
BIOGRAFIA

TSPOON è un team di progettazione formato da Nina Artioli (Milano 1979), Alessandra Glorialanza (Roma 1979), Eliana Saracino (Taranto 1980), una società tra professionisti che negli anni ha sviluppato competenze nei campi della progettazione architettonica, progettazione strategica, masterplan territoriali per lo sviluppo urbano sostenibile, riqualificazione, rigenerazione e valorizzazione urbana, pianificazione e progettazione paesaggistica e del territorio, sviluppo di sistemi integrati di mobilità sostenibile, progettazione di spazi pubblici, installazioni temporanee, coordinamento e gestione della progettazione partecipata, social innovation e smart city. Tra i progetti più significativi ricordiamo GUARDA-MI per la riqualificazione del Cavalcavia Bussa, Milano 2014, La Pentana, Rocca Janula di Cassino 2022 e Freespace Corso della Libertà, Merano 2022.