Lo Stato ti finanzia la ristrutturazione | di Francesco Gerardi

È sotto gli occhi di tutti: uno spettro si aggira per le periferie italiane, lo spettro della decadenza. In questi ultimi anni gli hinterland e i sobborghi delle nostre città sono finiti sempre di più nell’occhio del ciclone, anche mediatico, protagonisti di un declino progressivo apparentemente inarrestabile, condito da continui fatti di cronaca. Degrado urbano, criminalità micro e macro, difficile convivenza tra etnie e culture diverse. Sono tanti, difformi (e intrecciati tra loro in modo molto complesso) i sintomi di questa malattia, che ormai pare essersi cronicizzata e a cui il medico della politica deve sbrigarsi a opporre altrettanti e differenti rimedi.

Uno di questi non può che essere la riqualificazione del patrimonio edilizio, con interventi sia dal punto di vista estetico, ad esempio sulle facciate degli edifici, e sia da quello ― se vogliamo di minor impatto visivo, ma di certo non meno importante ― dell’efficienza energetica. In questo senso vanno gli incentivi alla ristrutturazione edilizia, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, nonché l’Ecobonus per gli interventi di efficienza energetica, che il governo ha rinnovato alla fine dello scorso anno inserendoli nella legge di Stabilità 2017, e che sono validi fino al 31 dicembre. Occorre dunque affrettarsi per averne diritto.

Nel dettaglio, le detrazioni Irpef sono del 50% (con un tetto di 96mila euro) per chi esegue lavori sulla propria abitazione. Detrazioni sono anche previste per chi acquista immobili ad uso abitativo ristrutturati: in questo caso l’aliquota è stata elevata dal 36% al 50% fino al 31 dicembre di quest’anno. L’Ecobonus invece prevede, sempre entro la fine dell’anno, agevolazioni fiscali del 65% per la riqualificazione energetica, ma per certi interventi (ossia le parti comuni dei condomini o se i lavori interessano tutte le unità immobiliari di uno stesso condominio) è stato esteso fino al 2021 (con punte di incentivi al 75% se vengono soddisfatte alcune condizioni). Per gli interventi di efficienza energetica il tetto di spesa detraibile è di 40mila euro per ciascuna unità immobiliare (è necessario ottenere anche il cosiddetto Ape, l’Attestato della prestazione energetica, compilato da un professionista abilitato).

Non si può trascurare, tra l’altro, che tutti questi interventi hanno un beneficio innegabile anche sul portafoglio, per i risparmi e, soprattutto, per ridare valore a un immobile che quasi sicuramente ne aveva perso parecchio.

In tutto questo non si può non considerare la possibilità di ricorrere a un materiale che, seppur conosciutissimo in tutti i suoi usi interni ed esterni, non gode probabilmente (e ingiustamente) della stessa notorietà quando si parla dell’involucro degli edifici. Stiamo parlando della ceramica. Un materiale che si presta in modo estremamente versatile a soluzioni tecniche avanzate, come le facciate ventilate. Di cosa si tratta? È una delle tecnologie di rivestimento dei palazzi più efficace per risolvere, tutte in una volta, diverse problematiche. Questo sistema si avvale di diversi tipi di piastrelle o lastre di ceramica, le quali, oltre a rinnovare completamente l’aspetto estetico di un edificio, sono capaci di garantirne anche l’isolamento termico e la protezione dagli agenti atmosferici. Con il risultato di migliorare la classe di efficienza energetica e ridurre i costi di riscaldamento. Senza contare il fatto che in questo modo è possibile risolvere definitivamente l’annosa questione della manutenzione della facciata. Una volta per tutte.