Alla scoperta di s/Viste perdute | di Simona Malagoli

Scorci dimenticati, vedute ormai perse, l’incredulità per un silenzio assolutamente inaspettato, odori quasi sconosciuti, come appartenenti ad altri territori…

Sono sensazioni, emozioni, ricordi lontani a investire chi percorre quel piacevole e affascinante itinerario che, partendo dalla piazza centrale di Fiorano Modenese e salendo lungo via Brascaglia, giunge fin su alla Basilica della Beata Vergine, per poi scendere, seguendo via del Santuario, e concludersi ai piedi della scalinata a fianco di Villa Coccapani. Un itinerario alquanto suggestivo, dove nel suo delinearsi è la ceramica ad apparire e ad indicarne la strada, sottolineandone ed elevandone l’inestimabile valore paesaggistico e storico-culturale.

Tredici grandi lastre ceramiche in gres porcellanato collocate nei punti focali del percorso – otto appese a muri e cinque posate a leggio – ne scandiscono le tappe principali, fornendo, attraverso svariati elementi iconografici e testuali, importanti spunti per ripercorrere la storia di Fiorano: da borgo fortificato con castello, a paese del Santuario della Madonna circondato da boschi e campi, fino a divenire uno dei poli del distretto ceramico. Una storia antica di cui a volte si sono perse le tracce e il cui ritrovamento può rivelarsi assai faticoso, frutto di lunghe ricerche e minuziose ricostruzioni; altre volte, invece, semplicemente affossata nei meandri della nostra memoria, alla quale bastano, poi, pochi ricordi frammentari, vecchie fotografie o antiche testimonianze, per riemergere in superficie. E’ il piacere di riscoprire e ricucire nel cuore stesso di Fiorano pezzetti di paesaggio, “brandelli” di storia e di cultura appartenenti inequivocabilmente al passato del paese, a guidare e ad accompagnare questo straordinario progetto. “L’intento di s/Viste Fioranesi – spiega il curatore Francesco Genitoni – non è suscitare rimpianti o nostalgici confronti tra ieri e oggi, ma semplicemente recuperare e portare a rivedere prospettive perdute e componenti di storia ormai, per svariati motivi, non più visibili, diventati – appunto – s/Viste”.

Un tema che si sposava bene con l’iniziativa “Maggio delle vedute” – realizzata, con il contributo del Comune, dall’associazione culturale InArte di Tina De Falco per il Maggio Fioranese 2017: s/Viste è stata infatti inaugurata in quell’occasione con carattere di mostra permanente e non senza il fondamentale contributo di importanti partner. Le grandi lastre in gres porcellanato Laminam, di formati vari – da 80×80 fino a 150×80 cm -, sono state fornite da System Group, ciascuna con spessore complessivo di 10 mm, dato dall’unione di una lastra di 6 mm ed una di 3 mm, con fibra di vetro nel mezzo per renderle più resistenti. Tecnomec Borghi ha, con grande sensibilità estetica, ideato la soluzione dei supporti, mettendo a punto e fornendo piedistalli e cornici in acciaio cortèn. L’esigenza del progetto di riprodurre su ceramica testi, fotografie, disegni, dettagli di affreschi, ha dimostrato, poi, come fosse proprio la tecnologia di stampa digitale a rivelare appieno la propria funzionalità, sia per l’estrema varietà riproduttiva, che per il larghissimo impiego, oggigiorno, nelle industrie ceramiche, sottolineando così anche un significativo trait d’union tra presente e passato. Graficamente elaborate da Giampiero Bortolotti, le lastre sono state stampate con tecnologia digitale da Forme 2000 Ceramiche Ornamentali e arricchite, grazie al contributo artistico del titolare Dario Brugioni, di tratti decorativi ed effetti ceramici invetriati. E, come l’aspetto tecnologico non stride con l’estetica del contenuto, ma piuttosto va ad elevarne il valore mediante la perfezione della resa e l’elevata definizione, così anche la storicità documentaristica di belle fotografie d’epoca viene avvalorata da una componente artistica che sembra voler trasfigurarne una narrazione ideale: sono gli acquerelli realizzati dalla mano di Dario Brugioni, i cui colori si affiancano, in un delicato contrasto, al bianco e nero delle vecchie fotografie o cartoline. A volte, l’acquerello assolve invece all’aspetto propriamente storico-rappresentativo, contribuendo, attraverso l’illustrazione del Santuario, a renderne più comprensibile ed immediata la descrizione e le sue evoluzioni architettoniche; oppure il disegno diventa vera e propria ricostruzione storica, come del caso del vecchio Borgo del Castello o Superiore – andato completamente distrutto, di cui è rimasta in piedi soltanto la croce di sasso -, dove Brugioni elabora un vero e proprio inedito sulla base dell’autorevole testo di Guido Bucciardi del 1934.

Non certo esiguo, l’impegno che si cela dietro a s/Viste riguarda, poi, oltre alla realizzazione artistica e tecnica, anche un grande lavoro di accurata e metodica ricerca, e non soltanto iconografica – quali scorci di paesaggio, immagini di edifici, di mestieri o di vita quotidiana – ma anche di testi storici, racconti, poesie, proverbi e parole che, scelti per differenti aspetti, tutti dal curatore selezionati e qualvolta elaborati, contribuiscono, come tanti tasselli, a comporre quell’enorme e affascinante puzzle che è la storia di Fiorano. Ciascuno va, con attenta precisione, ad occupare il proprio posto, riscoprendo legami, ricordandone particolari e passaggi, così da “stimolare, pur nel suo piccolo – come auspica lo stesso Francesco Genitoni – una maggiore integrazione in una comunità più consapevole della storia del luogo in cui vive”.

gennaio 2018