L’attualità di Le Corbusier, un secolo dopo

A cento anni dalla pubblicazione di “Vers une architecture”, la ceramica italiana conferma la propria attitudine ad essere materiale ideale per il mondo delle costruzioni in ogni continente
Di Andrea Serri

Rileggere, a cent’anni dalla sua prima pubblicazione, ‘Vers une architecture’ di Le Corbusier può rappresentare un utile esercizio, non solo culturale ma anche antropologico, per l’industria ceramica contemporanea. Lungi dall’immaginare una recensione strutturata ad uno dei testi caposaldo dell’architettura moderna, la sintesi di poche righe che segue prova a centrare l’attenzione su alcuni aspetti di valore ed attualità che vedono protagonisti i nostri materiali da rivestimento.

La casa come “macchina per abitare, tempio della famiglia moderna”, dove ciascuno possa sentirsi protagonista conferma come – oggi come allora – il consumatore è il centro delle scelte, da intendersi sia come singolo individuo che come somma delle tante diverse persone. Un interlocutore che ha specifiche esigenze per gli spazi da lui abitati, diversi sia per luoghi che in funzione degli altri famigliari o degli amici. L’interpretazione in maniera originale dei diversi spazi della casa è capacità consolidata della ceramica italiana, la cui versatilità nelle opzioni estetiche e cromatiche interpreta soluzioni sempre uniche, differenti da qualsiasi altro materiale, non eguagliate da altre superfici.

L’elementarità costruttiva “è sublimata nel concetto di standard, figlio della meccanizzazione imperante, riconoscimento degli elementi permanenti. La composizione esatta di diversi elementi porta alla perfezione”. L’architettura moderna richiede, come allora, di confrontarsi con la produzione industriale, che la ceramica italiana è in grado di offrire grazie allo standard più elevato di fabbrica 4.0. L’utilizzo di sistemi tecnologici nella scelta del materiale, poi, consente di raggiungere una verifica oggettiva nei toni di colore e di ottenere, nel tempo, un costante livello di qualità dei prodotti. La modularità dei formati, plurima per ogni singola referenza a catalogo, consente infine di realizzare molteplici soluzioni grazie a schemi di posa in grado di ricoprire in modo adeguato e creativo ogni ortogonalità delle superfici.

Nel saggio Le Corbusier allarga la dimensione dello spazio architettonico al fabbricato, dove “piani verticali e orizzontali, caratterizzati da colori primari accesi, consentono di costruire edifici semplici da fruire. Il gioco sapiente, rigoroso, magnifico dei volumi, viene assemblato dalla luce”. Innegabile è la capacità dell’industria ceramica italiana di interpretare al meglio non solo il singolo ambiente, ma anche l’edificio nel suo complesso, rivestendo involucri architettonici aventi diversa natura e finalità con ‘superfici ceramiche’ realizzate con materiali diversi, sia per dimensioni che per spessori che per cromatismi e grafiche. L’attitudine al total look della ceramica italiana, che alle superfici edili orizzontali e verticali affianca anche i rivestimenti di porte e degli altri arredi, è parte della sua natura omnicomprensiva. La capacità di rispondere al meglio alle esigenze del dettaglio configurandolo all’interno di spazi articolati e complessi – grazie alla modularità dei formati – risponde a quell’estetica del bello funzionale che è parte costituente il pensiero di Le Corbusier.

 

 

Novembre 2023

Cer Magazine Italia 65 | 11.2023
Eterno Ivica