Progetti

Palazzo Gaetani - Naro (AG) - NARO

Senza tradire le tracce della storia

A Naro, nel sud della Sicilia, in un palazzo nobiliare dove ogni secolo ha lasciato il segno, il pavimento ceramico sottolinea il contemporaneo
Autore
Maria Giulia Zunino
Superfici Ceramiche
DEL CONCA
Anno di realizzazione
2018

Camminando nel paese ci si imbatte in un balcone retto da mensole di fattezze umane. Si potrebbero definire cariatidi, i locali le chiamano “maschere” e i critici dell’arte si dividono sul loro senso: per alcuni sono le quattro stagioni, per altri gli stati dell’animo umano. È il balcone del piano nobile di un palazzo settecentesco, modificato nei secoli.
Sorprende lo scalone centrale novecentesco, scandito da un tripudio di cariatidi alate in ghisa. È opera di Ernesto Basile, il padre del Liberty siciliano, che lavorò come architetto a Palermo – iniziò con il padre Giovanni Battista, già architetto acclamato, per la casa di famiglia, il Villino Basile; firmò Villa Igea, Villa Florio e tanto altro – e a Roma – dove ampliò palazzo Montecitorio con l’emiciclo in cui si riunisce ancor oggi il Parlamento: l’aula della Camera dei deputati e il Transatlantico, -, ma fu anche designer ante litteram – ottenendo grande successo per i suoi arredi – e professore universitario.
Balcone e scalone sono i tratti distintivi dell’esterno di Palazzo Gaetani a Naro, gioiello barocco dell’agrigentino, già “fulgentissima” città regia sotto Federico II di Svevia, al centro della zona collinare sul mare africano della Sicilia meridionale.
Sviluppato su due piani affacciati sul giardino all’italiana, vicino al Duomo Normanno oggi abbandonato, il palazzo è ancora abitato dagli eredi della nobile famiglia di origini napoletane, la cui storia annovera papa Bonifacio VIII: il cardinale Benedetto Gaetani consacrato Papa a Napoli, in Castel Sant’Elmo, il 24 dicembre 1294.
All’interno le sale ricche di cultura, eleganza e bellezza rispecchiano le varie epoche nel susseguirsi di arredi rococò, impero e liberty: opulenti tendaggi, specchiere, divani e poltrone rivestite in velluto o con tessuti ricamati, comò, lampadari.
A soffitto la mano sapiente di Olivio Sozzi – pittore palermitano settecentesco diventato “alla moda” per la decorazione della Basilica di Santa Maria Maggiore a Spaccaforno (l’attuale Ispica) -ha affrescato con il suo stile barocco e grandioso la volta delle sale con storie diverse ispirate al classicismo.
A pavimento entra in gioco il contemporaneo che reinterpreta il passato. La scelta della ceramica deriva non solo dalle sue qualità di riciclabilità, durevolezza, resistenza, facilità di manutenzione, ma anche (e forse soprattutto, in questo caso) dalla valenza estetica. Per entrare in relazione con la particolarità del contesto, si è privilegiata la collezione “London” di Ceramica Faetano del Gruppo Del Conca. Si tratta di piastrelle in grès ceramico che recupera il formato tradizionale 20×20 e si ispira alle cementine che con i loro disegni e le loro tinte hanno connotato tante case d’inizio Novecento. Non solo. La possibilità di scegliere tra 5 decori – Camden, Mayfair, Notting Hill, Soho, Whitechapel – abbinabili a 4 colori di base – bianco, ciano, grigio e tortora – ha permesso di avere un pavimento diverso in ogni sala. Una scelta coerente che è l’armonico contrappunto agli affreschi.

Superfici Ceramiche
Ceramica Faetano, London
grès porcellanato
Camden, Notting Hill, Whitechapel
20x20 cm

Richiedi info progetto >