Progetti

Villa Blue Coast - Roquebrune (F) - Roquebrune (Francia)

Neomodernismo in Costa Azzurra

Nella Roquebrune-Cap St. Martin di Eileen Gray e Le Corbusier, tre progettisti italiani inventano una villa che è un manifesto di architettura dell'essenzialità. Dove i materiali ceramici sono protagonisti
Autore
Riccardo Bianchi
Foto
Aldo Amoretti
Progetto
Calvi Ceschia Viganò Architetti Associati
Superfici Ceramiche
LAMINAM
Anno di realizzazione
2018

Il luogo, Roquebrune-Cap Martin sulla Costa Azzurra, è un poema d’architettura del Moderno. Si incontrano opere firmate dai grandi del XX secolo, Villa E-27 progettata da Eileen Gray e il Cabanon di Le Corbusier sono le emergenze più esaltanti. Non è dunque un caso che qui, per creare una villa affacciata sul ruvido pendio che digrada al mare, gli architetti Marco Calvi, Gaetano Ceschia, Andrea Viganò abbiano evocato la lezione corbusiana citando apertamente le parole scritte nel 1923 del maestro di Le-Chaux-de-Fonds in Vers une architecture: “L’architetto con l’ordinamento delle forme realizza un ordine che è una pura creazione del suo spirito, con le forme colpisce intensamente i nostri sensi…”.
A ribadire questa liaison sono anche i tre punti, “i tre rappels” di Corbu, su cui si è concentrata l’attenzione dei progettisti: il volume, la superficie, la pianta. Tutti e tre pensati nel segno della semplicità e della ricerca di emozione plastica. La Villa Blue Coast – tale è il nome dell’opera -, annotano i progettisti titolari di un ben avviato studio che ha sedi a Sanremo, Milano e Venezia, e importanti cantieri sulla Riviera Ligure e nel Midi francese, “nasce da un gesto essenziale”. A definire il volume, un parallelepipedo snello e allungato, sono infatti solo due grandi travi parallele, due linee orizzontali che, come un’elegante passerella, collegano due scogli petrosi immersi nella macchia mediterranea. A basamento del tutto sta una piattaforma nella quale trova spazio una scenografica piscina a nastro affacciata sul paesaggio intenso di colori e profumi del giardino sottostante allestito dalla paesaggista Francesca Benza, un gioiello verde incastonato in uno dei più bei tratti della Costa Azzurra. Chiosano gli architetti: “Dentro una casa, fuori solo mare e cielo.
La superficie, la “pelle”, fascia la lineare stereometria della costruzione in un involucro in osmotica armonia con il contesto enfatizzandone l’essenzialità. Il grigio delle travi binate trova perfetta rispondenza nei colori chiari dei tamponamenti murari, mentre i riflessi delle amplissime vetrate scorrevoli, cui si aggiunge la trasparenza dei cristalli che limitano le terrazze, una cangiante filigrana chiaroscurale capace di animare il paesaggio circostante. Anche la planimetria contribuisce al lirico astrattismo della villa. “I fluidi, ariosi open space allietati da una spettacolare vista sul mare e, insieme, la doppia distribuzione verticale”, spiegano Calvi, Ceschia e Viganò “sono studiati per rendere indipendenti le varie sezioni dell’edificio. Ciò consente di ospitare gli amici nella massima libertà e con il massimo comfort e nel contempo di organizzare ogni genere di evento mondano”.
Grande importanza, in questa ponderata scenografia neomodernista, hanno i materiali scelti per suscitare un’atmosfera fresca e dinamica. Sostanziale, per tale approccio, risulta l’adozione, per i rivestimenti orizzontali e verticali di Villa Blue Coast, dei prodotti ceramici di Laminam, la prima azienda ceramica ad aver messo a punto le lastre king size di minimo spessore. “I materiali impiegati”, raccontano gli architetti, “sono stati individuati per durare nel tempo e soprattutto per stupire”. E, in effetti, le collezioni di Laminam posate nella casa davvero sorprendono, declinate come sono in una visione total look caratterizzata da una trama estetica che rimanda alle preziosità dei marmi carrarini: di maxiformato, 1 metro per 3, I Naturali – Calacatta Oro Venato, I Naturali – Calacatta Oro Venato Lucidato e Filo – Mercurio (presente in tutte le sale da bagno tranne che in quella padronale), piccoli capolavori fittili eseguiti in grès porcellanato ispirandosi a materiali naturali – ma che di questi superano di molto le prestazioni tecniche – non solo foderano di eleganza tutte le superfici, ma anche realizzano una coinvolgente continuità visiva e spaziale tra decoro e contesto. Una sorta di “tappeto senza fine” che dà vita a un’emozionante, vivida combinazione di trasparenze e riflessi che il sole “incendia” di giorno, e le luminarie notturne fanno brillare come stelle nell’oscurità. Epitome di un’opera che è espressione di una visione progettuale, quella di Calvi, Ceschia e Viganò, nella quale l’architettura gioca il ruolo di “generatore di nuove e positive relazioni, molto spesso inattese”. Les jeux sont faits.

Superfici Ceramiche
Laminam, I Naturali
grès porcellanato
I Naturali - Calacatta Oro Venato Lucidato
1000 x 3000 mm

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