Ceramica italiana, green a 360° | di Andrea Serri

C’è una caratteristica saliente, che contraddistingue in modo importante l’industria ceramica italiana dagli altri competitor mondiali: l’accento marcato alla sostenibilità, come qualità e caratteristica peculiare non solo del prodotto o del processo, ma anche del fare impresa tout court.
La natura green della ceramica italiana, che è iniziata con l’eliminazione di ogni sostanza tossica negli impasti e dai colori, trova conferme anche nelle caratteristiche intrinseche del prodotto, che spaziano dalla durevolezza – che ne allunga il periodo di sostituzione – alla natura ignifuga, dalla facilità di pulizia fino alla proprietà antibatteriche – nel caso in cui le superfici vengano realizzate con appositi smalti. Non meno importante è il contributo fornito dalla manifattura, dove l’impronta ambientale del sito produttivo è ridotto ai minimi termini, grazie ai continui investimenti che mettono ‘in linea’ le più moderne tecnologie, condizione che si affianca al pressoché completo riciclo degli scarti di produzione.
Un approccio che, con il progressivo avvento di Fabbrica 4.0, renderà tutto questo ancor più performante. In una prospettiva ancora più larga, è nell’approccio globale del fare impresa ceramica che la sostenibilità assume una dimensione ed uno spazio maggiori.
È il caso delle modalità di confezionamento dove la riduzione del cartone necessario equivale a minori volumi di rifiuti da smaltire; è nella migliore organizzazione della logistica – in entrata ed uscita dagli stabilimenti – che si riducono i tempi e con essi l’inquinamento veicolare; è nella comunicazione dei risultati raggiunti su cui si basa la diffusione di maggiore consapevolezza, presso i consumatori di ogni latitudine, che l’acquisto di ceramica italiana rappresenta un tangibile contributo alla salvaguardia ed al futuro di questo pianeta.

26 giugno 2017