Il Giardino dell’umile amministratore, a Suzhou dal 1513, è uno dei più celebri giardini classici cinesi, esempio del paesaggismo tradizionale divenuto patrimonio mondiale Unesco per la sua capacità di unire armoniosamente uomo e natura. Le sue rocce, gli alberi e fiori, i padiglioni, i ponti e gli specchi d’acqua che, riflettendo la luce, trasmettono serenità e contemplazione lo eleggono a colta e nobile fonte di ispirazione per uno dei più recenti progetti completati nella città da oltre 10 milioni di abitanti del distretto Qingpu di Shanghai, provincia dello Jiangsu: lo Yangtze River Delta International R&D Park.

Completato nel 2022, è un intervento affidato dalla società Suzhou Yangcheng R+D Industrial al pluripremiato studio tedesco gmp von Gerkan, Marg and Partners Architects vincitore nel 2018 di un concorso di progettazione e autori a Nanjing del Jiangsu Industrial Technology Research Institute completato nel 2021.

Il nuovo complesso è il progetto pilota per guidare lo sviluppo industriale di un’area estesa che è fondamentale base dell’economia di tutta la Cina al cui PIL contribuisce per circa un quarto, attraverso attività di ricerca e sviluppo, brevetti, importazioni ed esportazioni. Lo Yangtze River Delta International R&D Park occupa così una superficie di 1 milione di mq all’interno della Yangtze River Delta Integration Demonstration Zone. Il programma è distribuito all’interno di una chiara architettura che si scompone in 5 volumi. Gli spazi, in totale 372.000 mq di superficie lorda di pavimento, comprendono uffici di metrature variabili dai 700 ai 1.900 mq, un centro conferenze con mensa e hotel, un padiglione espositivo con altre aree per riunioni. Nodale è il grande centro di ricerca scientifica e tecnologica, dedicato allo studio e sviluppo dell’interazione tra intelligenza artificiale e big data. Non mancano le indispensabili funzioni di servizio per rendere autosufficiente il nuovo distretto: residenziale per staff e ospiti e spazi commerciali e per il tempo libero.

Secondo Nikolaus Goetze, Executive Partner di gmp, “il Parco è un meraviglioso esempio della nostra filosofia: diversità nell’unità. Gli edifici formano cinque gruppi con forme e facciate leggermente diverse. Su una superficie di circa 300.000 mq, si trovano spazi per la ricerca e la scienza, un centro congressi con cantina, un hotel e una sala espositiva”.

Un moderno parco tecnologico non poteva non adottare strategie innovative per la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici a protezione del costruito e del territorio, sebbene estremamente urbanizzato, in cui il verde gioca un ruolo centrale. E i 5 ettari del Giardino diventano un’antica fonte di ispirazione per la realizzazione di una forma di sostenibilità contemporanea e consapevole. Tutto attorno agli edifici, il verde e gli specchi d’acqua offrono ristoro e spazi calmi e realizzano al contempo una porzione di “sponge city”, giocando un ruolo fondamentale nella riduzione dell’impatto di forti piogge e nel miglioramento della qualità dell’acqua, attraverso la loro attività assorbente e filtrante, ma anche nella riduzione del riscaldamento urbano.

Le rocce e gli elementi naturali sono preziosa fonte di ispirazione anche per le superfici della nuova architettura, per le quali sono stati scelti prodotti ceramici italiani di Cotto d’Este che diventano un ulteriore aiuto alla sostenibilità, energetica ed ecologica, del nuovo costruito. Le facciate ventilate del D Center sono rivestite dalle lastre ultrasottili di grande formato di Kerlite 3plus della Collezione Buxy con spessore 3,5 mm, scelte nella nuance Corail Blanc ispirata alla pietra originaria della Borgogna. Già in fase di produzione queste lastre dimostrano una grande attenzione alla sostenibilità, grazie al minor utilizzo di materie prime, minor consumo di acqua ed energia, minori emissioni di CO2. Con la loro uniformità leggermente mossa caratterizzata da profonde aperture verticali, danno riconoscibilità all’architettura e contributo al controllo degli scambi energetici e dell’ingresso della luce solare: “la suggestiva facciata, con le sue variazioni che si notano solo a un secondo sguardo, fornisce” chiude Goetze “una schermatura solare passiva grazie alle profonde aperture e ai loro diversi orientamenti. La spaziatura tra le lamelle rafforza inoltre il carattere compositivo dell’insieme”.