Progetti

Complesso Via Principe Amedeo 5 - Milano - Milano

Terza dimensione

All'interno di uno storico edificio del centro di Milano interamente ristrutturato per proiettarlo nella contemporaneità, stranianti pavimentazioni in gres porcellanato creano uno straniante trompe l'oeil tra passato e futuro
Autore
Alfredo Zappa
Foto
Diego De Pol
Progetto
Vittorio Grassi Architetto & Partners
Superfici Ceramiche
LEA
Anno di realizzazione
2019

Il trivio Turati, Moscova, Principe Amedeo definisce una singolare piazza nel tessuto urbanistico del centro storico di Milano. Qui si affacciano memoria e promesse di futuro che, nel fermo immagine del presente, testimoniano il divenire architettonico della città.
Ne rendono testimonianza la stratificazione e la contiguità di edifici di epoche molto differenti. Alcuni vere e proprie icone della storia dell’architettura, come la Ca’ Brutta di Giovanni Muzio (1923) e i palazzi per Montecatini firmati da Gio Ponti tra il 1936 e il 1951, attorniati da edifici sette/ottocenteschi di particolare pregio. Ed è proprio il complesso affacciato su via Principe Amedeo, realizzato nel 1850 per ospitare il consolato statunitense e oggi proprietà del colosso immobiliare Covivio (quarta società immobiliare in Europa, quotata all’Euronext di Parigi e alla Borsa Italiana) a fornire dimostrazione di come, attraverso una progettazione sensibile ai valori delle preesistenze, ma al tempo stesso capace di interpretare le esigenze di comfort e sostenibilità contemporanee, si possono portare a termine con successo interventi di rigenerazione urbana capaci di coniugare senza traumatica discontinuità passato e futuro dei nostri centri storici.
Il progetto, firmato da Vittorio Grassi Architetto & Partners, è stato sviluppato sul doppio registro del restauro conservativo e dell’inserimento di elementi contemporanei finalizzati a garantire la massima flessibilità degli spazi interni e una adeguata integrazione in termini di impianti, da quelli di comfort ambientale fino alle pervasive reti di information technology a servizio di circa 500 postazioni di lavoro, distribuite su 5 piani, per un totale di circa 9000 metri quadrati.
Particolare attenzione è stata dedicata all’impiego di materiali ecologici riciclati o riciclabili e al tema della sostenibilità ambientale.
“Milano è in una fase di rigenerazione sempre più inclusiva e green”. Afferma l’architetto Grassi. “Abbiamo ringiovanito questo edificio storico con nuove funzioni, seguendo concetti di sostenibilità e condivisione, adottando un approccio ecologico ad ampio spettro. La corte un tempo occupata dalle auto è diventata un giardino, la copertura e il padiglione interno volumi di cristallo aperti sulla città”.
Un atteggiamento e una sensibilità declinati ad ogni scala, dalla struttura al più piccolo dettaglio. Coerente con queste linee guida, come spiega il progettista, anche la scelta dei rivestimenti per i locali bagno: “Abbiamo selezionato Lea Ceramiche perché avevamo la necessità di rivestimenti che garantissero prestazioni all’avanguardia, estrema funzionalità e fossero al contempo sofisticati ed eleganti, per entrare in armonia con un edificio dall’anima duplice, dove convivono storia e contemporaneità.”
In particolare, la scelta si è orientata verso la collezione Mauk in gres laminato Slimtech, frutto di una tecnologia rivoluzionaria che consente di realizzare moduli ultraleggeri (3,5mm di spessore in questo caso) e formati oversize (fino a 3m x 1m). La lastra originale, sezionata in moduli romboidali e trapezoidali, è stata posata accostando tre differenti cromie ottenendo una superficie ad effetto tridimensionale sulla quale si cammina al presente apprezzando la profondità del passato.

Superfici Ceramiche
Lea Ceramiche, Mauk Slimtech
grès porcellanato
Rombo Cuadra, trapezio Spina

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