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Aeroporto di New Plymouth - New Plymouth (Nuova Zelanda) - New Plymouth (Nuova Zelanda)

Piccolo aeroporto, grande cultura

Il nuovo aeroporto di New Plymouth, in Nuova Zelanda, è una porta fra passato e futuro, fra la tradizione maori e il mondo
Autore
Virginio Briatore
Progetto
Beca Group
Superfici Ceramiche
CIR
Distributore
Tile Warehouse
Anno di realizzazione
2020

Il progetto s’inserisce in un paesaggio potente e selvatico, dominato dal Monte Taranaki, un vulcano dormiente alto 2518 metri di solito ammantato di neve e il cui nome nella lingua maori significa cima (tara) splendente (naki), che svetta su un promontorio pianeggiante costeggiato da ampie spiagge di sabbia nera.
Lo studio internazionale Beca ha trasformato il vecchio aeroporto degli anni ’60, pensato per 50.000 persone l’anno, in un’istruttiva ed efficiente porta regionale per quasi mezzo milione di passeggeri, inaugurata con il primo volo martedì 17 marzo 2020.
Esempio di cura e rispetto verso le persone e le tradizioni locali, il nuovo terminal aeroportuale è un progetto che ha visto la partecipazione di molti portatori di interesse (stakeholder) che sono stati ascoltati e hanno preso parte sia al pensiero progettuale che alla realizzazione di alcune opere.
Nel bel video di presentazione, Gaye Batty del New Plymouth District Council dice “… ci siamo fermati a riflettere sul fatto che il sito è il territorio del popolo Puketapu Hāpu. La gente viveva lì e fu sepolta lì. Quindi, era necessario trovare un nuovo modo di interagire con la spiritualità del luogo”.
“Quando abbiamo iniziato questo progetto”, ha dichiarato Graham Crust, che guida il team di progettazione di Beca, “è stato molto importante per noi creare una porta d’accesso alla regione di Taranaki che riflettesse il senso di un luogo molto specifico e particolare”.
Lavorando con i principali stakeholder tra cui il consiglio locale e i rappresentanti delle tradizioni del popolo Puketapu Hapu, Beca ha sviluppato un design per il nuovo terminal che riflette l’identità unica della regione di Taranaki, integrando narrazioni culturali in tutto l’edificio, con opere d’arte murali, disegni di matrice religiosa e sculture tradizionali. Dice Graham Crust: “Nel design degli interni non volevamo mettere semplici decori, ma trasferire in segni fisici e visivi il mito della creazione del luogo, la narrazione e la storia di questo popolo”.
La geosemantica è ripresa dai progettisti anche nelle inclinazioni delle due coperture: una che sale verso il cielo, come il vulcano e l’altra che discende verso la terra come il fiume. La sensibilità verso le persone è data dalla curvatura dell’edificio nella zona arrivi e partenze che accoglie i viaggiatori in un grande abbraccio, che è l’emozione primaria, il saluto affettuoso di chi si mette in viaggio o di chi arriva.
Porta d’accesso alla regione di Taranaki, il nuovo terminal coniuga le esigenze di sicurezza, durabilità e facilità di manutenzione, integrandole alle narrazioni culturali tramite opere d’arte che a loro volta sono state eseguite da artigiani, scultori, tessitori locali. Per le pavimentazioni, i progettisti hanno scelto la collezione in gres porcellanato Venezia, con superficie matt, di Cir Ceramiche, nei colori bianco, grigio e nero per gli interni, e Xtreme di Cercom nel colore silver con superficie grip per l’esterno.
Il monte Taranaki fa parte dei tesori, i taonga, che la madre Terra ha dato in dono e che i Maori custodiscono in qualità di guardiani. Dal 2017 il monte possiede legale personalità giuridica, proprio come ogni essere umano, e chiunque dovesse danneggiarlo commetterebbe automaticamente un torto nei confronti degli abitanti del luogo – le Taranaki iwi.

Superfici Ceramiche
Cir Ceramiche, Venezia
grès porcellanato
Bianco, Grigio, Nero
60x60 cm

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