Progetti

Kaori Japanese Restaurant - Varedo (MB)

L’Oriente evocato

Nel Kaori Japanese Restaurant, inaugurato a Varedo a fine 2018, ogni elemento è studiato per interagire con la luce e creare un gioco di rimandi visivi e suggestioni
Autore
Roberta Chionne
Progetto
Studio sgsm
Superfici Ceramiche
FLORIM
Anno di realizzazione
2019

Il ristorante giapponese Kaori, progettato da sgsm studio, non offre solo piatti tipici giapponesi ma un’atmosfera che permette di entrare in quello che gli architetti Sabrina Gallini e Simone Marchiorato definiscono «un progetto nel quale l’astrazione della geometria e la realtà della materia restano sospese in un tempo in(de)finito».
Partendo da uno spazio open space di altezza considerevole e caratterizzato su due lati da ampie vetrate esistenti, hanno puntato alla realizzazione di un ambiente in cui ogni elemento è studiato per interagire con la luce e catturare lo sguardo in un gioco di rimandi visivi e suggestioni. Lo studio, che si autodefinisce un laboratorio di idee attivo in diversi ambiti, ha espresso la sua poliedrica creatività dando vita a uno spazio elegante ma informale, flessibile e scenografico.
Nella sinfonia di elementi scelti per suonare insieme sono forse le cosiddette “stanze sospese” a catturare per prime l’attenzione: simili a grandi cesti dalla forma irregolare sono di fatto delle strutture, in parte appese e in parte poggianti su pilastri di ferro, costruite con uno speciale legno nautico molto leggero, a creare una trama che i progettisti definiscono «letteralmente tessuta alternando strutture in legno a strutture in ottone, secondo una regola a incastri dalla geometria non casuale, ripetuta infinite volte in direzioni variabili». La loro presenza sinuosa, che di per sé rappresenta un importante elemento scenografico sia di giorno che di sera, permette di filtrare sia la luce naturale che quella dei corpi illuminanti ospitati al loro interno, disegnando al tempo stesso uno spazio aereo che crea impronte per tre possibili ambientazioni. Il riferimento all’architettura giapponese, e in particolare alle gelosie in legno e ai cesti intrecciati, è volutamente solo evocato, evitando citazioni letterarie in favore di suggestioni in grado di distillarne i valori.
Il livello “aereo” del locale dialoga con la parte bassa anche attraverso «grappoli di tubi di ottone che emettono una luce calda e strettamente direzionale, rivolta sui tavoli a creare piccoli ambiti esclusivi». Questa parte alta interagisce infatti sapientemente con quella più terrena, altrettanto preziosa nel diversificare spazi e sensazioni attraverso la finitura delle superfici e le svariate sfumature dorate dei diversi materiali. Tra questi spicca il prezioso rivestimento di pavimenti e pareti realizzato con le lastre ceramiche Alabastri di Rex, una collezione Florim Ceramiche ispirate al prezioso materiale lapideo naturale. La capacità riflettente di questa superficie lucida, scelta nella tonalità Miele, apporta un contributo fondamentale al gioco di riflessi del progetto, generato anche dalle superfici in ottone dei lampadari, dalle armature dorate delle sedie e dagli specchi che rivestono i banconi. Un gioco di riflessi che colpisce ma non esagera, bilanciato dall’opacità del tessuto sulla parte alta delle pareti, dal gres satinato Prexious of Rex di Florim che riveste i tavoli, dal legno delle stanze sospese e dal soffitto acustico.

Superfici Ceramiche
Florim
grès porcellanato
Alabastri di Rex
Miel
60x120 cm

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