Progetti
L’eleganza del buon gusto
Riccardo Bianchi
Studio Arch.O Architettura Organica
FONDOVALLE
2018
Piazza del Duomo è il cuore, il salotto, di Nola, la città di Giordano Bruno. Qui ci sono la Cattedrale contraddistinta da un sobrio stile neorinascimentale, e il Palazzo di Città dalle linee altrettanto misurate. E qui ora c’è il ristorante Habitué-Vin&Cuisine, un gioiello per i palati fini nato dalla volontà di due giovani imprenditori, Fabio Coppola e Giuseppe Vetrano, di dotare la città di un ristorante d’alta cucina creativa, con imprestiti nipponici e francesi, e insieme rispettosa delle tradizioni (lo chef è il talentuoso Raffaele D’Aria, già secondo dello stellato Francesco Sposito). Un gioiello in tutti i sensi, a cominciare dalla scenografia architettonica ideata da StudioarchO con l’intento, seguendo l’imprinting della cucina, di fare qualcosa di nuovo ma dal sapore rétro. “Fin dall’inizio”, spiegano gli architetti nolani, “sulla spinta dell’intuizione dei committenti, si è cercata una location ricca di identità. La scelta è caduta su un appartamento al piano nobile di un palazzo storico proprio accosto al Duomo”. Il primo passo è stato quello di dimenticare le incrostazioni del passato e di conferire alla location razionalità distributiva e visiva, senza tuttavia cedere a un banale modernismo stilistico che avrebbe stonato rispetto al contesto. I progettisti hanno ben studiato l’approccio: dalla piazza si accede nella hall dove, tra specchi e marmo, incastonati in rivestimenti murali a temi floreali, si è come catapultati in un’atmosfera volutamente belle Epoque che sprigiona lusso ed eleganza. Al piano superiore è stata solo ritoccata l’originaria scansione “per stanze”, ma si è molto lavorato per trasfondere negli ambienti una marcata nota di intimità capace di mettere il commensale in una piacevole, rilassata, curiosa disposizione d’animo, adatta all’esperienza gustativa che l’attende. Il tema monocromatico e il sagace impiego di specchi teatralizzano la percezione degli spazi insufflando loro una suggestiva vena di nostalgia: qui il tempo sembra non essere passato. “L’ottone”, dicono i progettisti, “convive con sedute in velluto color mattone, le luci calde rinnovano il sentimento dell’illuminazione a lume di candela esaltando le venature naturali del parquet. I materiali recitano un ruolo da primattori. Per questo, per parte dei pavimenti e dei rivestimenti abbiamo scelto le collezioni ceramiche di Fondovalle e i loro grandi formati. La passione per il bello e la costante ricerca tecnologica rendono infatti questa azienda un riferimento nella progettazione contemporanea. Con la linea Infinito 2.0, declinata in lastre da 160×320 cm, abbiamo vestito due delle stanze del ristorante e l’ambiente della sala da bagno, ricorrendo alla finitura Fior di Bosco ispirata al marmo di Toscana”. La collezione Res Art, nella variante Pottery e con gli stessi formati, ha poi completato i pavimenti e i rivestimenti dei bagni: con la sua texture in leggero rilievo enfatizza le vibrazioni della luce. “Vogliamo una volta di più sottolineare”, concludono gli architetti, “l’impatto che qui ha avuto la scelta e la giustapposizione dei materiali: con la loro autenticità rendono Habituè un unicum facendone al contempo il salotto della città. Da cui, tra l’altro, a fine giugno si gode, come in prima fila, lo spettacolo insuperabile della Festa dei Gigli, oggi Patrimonio dell’Umanità Unesco. Le nostre scelte progettuali non si sono inchinate al trend: in un locale come questo, carico di identità architettonica e culinaria, non si può seguire la moda, si deve puntare sullo stile…”. Come sosteneva Coco Chanel, la moda passa, ma lo stile resta.
grès porcellanato
Infinito 2.0: Fior di Bosco - Res Art: Pottery
160x320 cm