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Fioreria Fior di Tortona - Milano - Milano

Fior di Tortona, l’Eden a Milano

Sarebbe troppo riduttivo pensare a un negozio di fiori e piante. Qui la famiglia Del Latte ascolta, suggerisce, sperimenta, progetta, risolve
Autore
Maria Giulia Zunino
Progetto
Martina Gaiba + Michele Malagoli | MpiùG architetti
Superfici Ceramiche
RICCHETTI
Distributore
Stepping Stone
Anno di realizzazione
2020

Milano. Sinonimo dell’ex zona industriale alle spalle della stazione di Porta Genova, Via Tortona ha preso la forza per la sua trasformazione proprio dalle fabbriche. Mudec (Museo delle Culture), Silos Armani, Base, studi di creativi, uffici, showroom di moda e design, alberghi e ristoranti oggi raccontano una storia nuova.
Ma al n. 31 la corte e la ciminiera dell’Opificio 31 – furono gli artigiani a “colonizzarlo” dopo i bombardamenti – tengono viva la memoria proiettandola nel futuro. Qui convivono meccanico, vivaisti, spazi per eventi, design e moda.
Da tre generazioni la famiglia Del Latte è appassionata di fiori e legata a questo luogo. “40 anni fa il nonno acquistò il deposito per conservare i fiori che vendeva ai mercati”, racconta Luca. “Elisa e Paolo l’hanno poi trasformato nel laboratorio e nella loro casa, al piano superiore. Ora anche Nicolò e io facciamo parte della squadra”.
L’ex deposito, “nascosto” all’interno della corte è Fior di Tortona. Ritrovarlo nella sua nuova veste è una gioia.
“Volevamo valorizzare tutti i settori del nostro operare” spiega Nicolò. “Per trasformare lo spazio abbiamo messo in gioco tre studi di architetti”.
Ha vinto la sfida Martina Gaiba – trentenne bolognese fondatrice nel 2017 dello studio MG architettura e poi, con Giacomo Gresleri, di MpiùG architetti – che in questo progetto ha coinvolto il cugino Michele Malagoli, “architetto per mestiere, paesaggista per passione”, attivo tra Modena e Roma.
“Fil rouge del lavoro è il dialogo tra presente e passato”, precisa l’architetta. “Fondamentale è stata la scelta del pavimento per riunire i due spazi contigui e creare l’ambiente adatto ad accogliere nella quotidianità piante e fiori, nell’eccezione mostre temporanee, incontri, shop alternativi. Volevamo che ricordasse i solai delle fabbriche e, allo stesso tempo, sopportasse le innaffiature e le continue pulizie”.
“Con Stepping Stone – showroom specializzato in materiali, guidato da MpiuG – abbiamo individuato la soluzione in Cocoon”, le piastrelle in grès porcellanato dal disegno molto simile al cemento, prodotte da Ricchetti. Il loro grande formato (120×120 cm) e la posa con fuga in tinta permettono di creare una superficie continua, dove la finitura Multigrey genera un effetto vivo e al tempo stesso discreto.
L’ambiente è semplice ma raffinato, domestico e accogliente, studiatissimo nei dettagli.
Il muro di spina ritrova la sua natura di cemento e laterizio; la trave rovesciata rivela la tecnica del 1927; le pareti verdi salvia concedono profondità; lo spazio dove progettare giardini o allestimenti ricorda una serra in vetro e ferro brunito; la vasca del lavaggio è incassata in un piano in legno da ponteggio con rubinetto in rame e tubi a vista; l’espositore dei fiori rivestito in ferro sorprende: è una vasca refrigerata con ricircolo continuo dell’acqua.
I mobili scoperti dai rigattieri convivono con quelli per esterno e con i vasi fatti progettare dai Del Latte per i clienti. Protagonista per dimensioni, il tavolo da lavoro permette al vivaista di “lavorare”, stando di fronte al cliente.

Superfici Ceramiche
Ricchetti, Cocoon
grès porcellanato
Multigrey
120x120 cm

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