E’ uno dei nuovi poli dell’entertainment della città di Detroit. Ma anche un eccellente esempio di architettura ibrida, che il progetto dello studio Hamilton Anderson Associates inserisce armoniosamente in un tessuto urbano densamente edificato. Di sostenibilità, grazie a un approccio finalizzato al contenimento della sua impronta ambientale testimoniato dall’ottenimento della certificazione LEED. E, non ultimo, di design, grazie a una accurata scelta di materiali e a rivestimenti che portano la firma di prestigiosi marchi del settore. E’ la Little Caesars Arena di Detroit, Michigan, un impianto polifunzionale che non è solo la casa della squadra di hockey dei Red Wings o di quella di basket dei Detroit Pistons, ma è diventata una location che dall’anno della sua inaugurazione, nel 2017, ha ospitato alcuni dei più importanti concerti dello scenario musicale internazionale così come meeting, congressi ed eventi culturali. E naturalmente un frequentatissimo mall commerciale, che a partire dall’ingresso principale sulla Chevrolet Plaza, nel cuore del District Detroit, intesse un ininterrotto dialogo con il dinamico tessuto urbano del quartiere.
L’inserimento di una struttura dalle dimensioni così importanti in un’area situata in pieno centro cittadino ha indotto Hamilton Anderson Associates a scegliere un approccio progettuale discreto, che maschera l’importante volume dell’arena sportiva dietro a una cortina di edifici sviluppati su quattro livelli fuori terra. Caratterizzata da un particolare layout destrutturato, l’arena si articola in un unico atrio sovrastato da un tetto in vetro che collega l’ambiente principale ai negozi e agli uffici che la circondano; all’esterno, un’ampia piazza munita di maxi schermo permette di godere delle performance della squadra del cuore o del cantante preferito, mentre oltre la metà delle strutture di contorno è costituita da edifici multipiano in cui trovano posto shop di lusso, ristoranti e altri spazi commerciali che mantengono attiva la struttura lungo l’intero arco dell’anno.
Oltre che di un progetto architettonico che destruttura e riorganizza le funzioni secondo una armonica gerarchia spaziale, il look underground della Little Caesars Arena è frutto di un abaco di materiali composito e armoniosamente coordinato in cui convivono lastre metalliche, pietra naturale e ricostruita e mattoni a vista, e di una palette cromatica di ben sedici colori che, coordinandosi con le diverse tessiture murarie dei prospetti di facciata, ne scandiscono l’articolazione con evidenti richiami alle architetture americane del primo ‘900 realizzate durante l’espansione industriale della Motor City. Al loro rigore geometrico e materico fanno riscontro interni eleganti e funzionali, valorizzati dal tocco inconfondibile del design italiano protagonista di pavimenti e rivestimenti. A rappresentarlo è Atlas Concorde con Mark, una collezione di grès porcellanato effetto cemento declinata nelle colorazioni Chrome e Graphite, che grazie alla contaminazione di elementi grafici ispirati alla pietra, ai metalli ossidati e ai legni anima gli ambienti con un tocco espressivo personale e deciso di chiara impronta contemporanea. Utilizzato nella finitura Matt, dal tipico look post-industriale, Mark riproduce sulle proprie superfici le tipiche tessiture del cemento che colgono tutta la bellezza della materia grezza, enfatizzando così l’elevata stonalizzazione risultante dalle diverse grafiche.