La ceramica italiana tra ripresa e Recovery | di Andrea Serri

I primi mesi del 2021 segnano, nelle statistiche dell’industria ceramica italiana, una forte ripresa delle vendite su tutti i principali mercati. Una dinamica che va oltre il ‘rimbalzo statistico’ dovuto alla base di calcolo, a cui si aggiungono anche prospettive di assoluto interesse nel medio lungo termine.

Nel primo trimestre di quest’anno l’incremento del fatturato ha raggiunto il 9%, con una forte crescita sia sul mercato Italiano (+18,9%) che sui mercati esteri, superiore al 7%. Si tratta di un progresso importante, ma soprattutto reale. Confrontando infatti con i dati pre pandemia del 2019, emerge che l’aumento si colloca tra il 5 ed il 7% nei diversi ambiti. Le ragioni di questo fenomeno sono molteplici. Siamo in presenza di una crescita del PIL mondiale, trainata anche dalla maggiore attenzione verso il ‘bene casa’, con un innalzamento nel clima di fiducia delle famiglie e con tassi dei mutui ipotecari ancora bassi. I lunghi periodi di lockdown passato tra le mura domestiche hanno aumentato la consapevolezza nella necessità di vivere in ambienti più salubri, di riqualificare gli spazi interni e soprattutto esterni, come anche di cambiare abitazione per trovare nuove soluzioni più consone alle proprie esigenze.

Le caratteristiche intrinseche della ceramica, fatta di salubrità, facilità di pulizia, igienicità, durevolezza, inerzia termica ed agli agenti inquinanti – a cui la ceramica italiana è stata in grado di affiancare qualità estetica, design d’avanguardia, sostenibilità e qualità della manifattura – ha generato un largo apprezzamento e consenso presso il pubblico e gli utilizzatori dei diversi continenti. In questo un contributo è stato dato anche dalla campagna ‘I valori della ceramica’ che, da gennaio 2019 ad oggi, ha informato sulle peculiarità del prodotto, sulle molteplici destinazioni d’uso, sulle ragioni di preferenza della ceramica in specifiche situazioni.

In prospettiva il vero obiettivo è quello di rendere permanente questa marcata crescita di vendite e fatturato. Questo è l’obiettivo di sempre, che si scontra con l’andamento dei cicli economici, ma che questa volta vede la presenza di un fattore esogeno di straordinaria importanza: il Recovery Plan. Il piano di stimolo messo in campo dall’Unione Europea a favore dei 27 Paesi aderenti contempla una specifica voce dedicata alla riqualificazione degli edifici pubblici e privati. Per l’Italia, che ha visto approvare nei giorni scorsi il proprio piano a pieni voti, vale 38 miliardi di euro da oggi fino al 2026. Cinque anni di opportunità, da cogliere per costruire un percorso di crescita consistente e duraturo.

 

Giugno 2021