La crescente importanza delle grandi lastre ceramiche | di Andrea Serri

L’arrivo del 2018 porta in dote una importante novità: la messa in esercizio di diversi impianti dedicati alla produzione di  grandi lastre ceramiche. Un percorso impiantistico – tecnologico, iniziato negli anni scorsi e destinato a proseguire anche durante quest’anno. Una nuova declinazione tecnologica che si affianca alle altre tecnologie manifatturiere in essere, allargando il perimetro di business della nostra industria.

La nascita di questo fenomeno ha profonde radici. L’attitudine ad investire quote significative, ogni anno, in innovazione tecnologica e nuovi impianti è una costante per l’industria ceramica italiana. Quote nell’ordine del 5% sono una prassi nella storia del settore, confermato anche in anni complicatissimi come il 2008 e 2009: l’avere a disposizione la più aggiornata dotazione impiantistica è da sempre una delle principali prerogative della nostra industria. Quello che però è successo a partire dal 2015 è qualcosa di diverso rispetto al passato. Innanzitutto per i volumi, lievitati fino al 7,4% del fatturato nel 2016 ed attesi puntare con decisione – per l’esercizio appena concluso – verso la “doppia cifra”. Una spinta in parte dovuta agli incentivi di Fabbrica 4.0 voluti dal Ministro Carlo Calenda, che continueranno a produrre i loro effetti per tutto quest’anno, ma anche al consolidamento della tecnologia delle grandi lastre ceramiche, capace di unire flessibilità produttiva all’apertura di nuovi segmenti di mercato.

La storia dell’industria ceramica italiana è quella di vendere ai mercati ricchi del mondo e/o alla fascia alta dei mercati in via di sviluppo. Una veloce lettura delle dinamiche nei flussi delle esportazioni e del processo di internazionalizzazione produttiva lo mostra con chiara evidenza. Mercati di consumatori ed utilizzatori professionali che, accanto all’eccellenza estetica, ricercano il più possibile una personalizzazione del consumo e la possibilità di usare il prodotto ceramico nelle sue molteplici destinazioni d’uso: interne ed esterne; su superfici orizzontali e verticali; in ambienti residenziali e di altra natura. Oggi con la produzione di grandi lastre, dove in fase di pressatura è relativamente veloce realizzare anche il cambio di spessore, si confermano tutte le prerogative delle altre consolidate tecnologie ceramiche, aggiungendo ora anche la capacità di ottenere superfici continue – plus particolarmente apprezzato dagli studi di architettura.

Una versatilità produttiva a cui corrisponde una analoga qualità relativa al prodotto, le cui doti generali di inerzia, igiene, durevolezza, resistenza agli agenti atmosferici e chimici, al calpestio ed alle sollecitazioni, alla natura ignifuga lo hanno fatto apprezzare per molteplici destinazioni dell’industria edile, come le referenze in ogni angolo del mondo stanno a dimostrare. Peculiarità e caratteristiche che hanno sdoganato le grandi lastre ceramiche anche in ambiti diversi da quello strettamente edile, come ad esempio quello del design di interni: in questo ambito la ceramica italiana è già protagonista nella produzione di top di bagni e cucine, superfici ‘high tech’ per i piani di appoggio di tavoli,  ante di mobili fino ad arrivare ad evoluti complementi di arredo. Nuove aree di business, in grado di rendere nuovi – e tutti da esplorare – mercati geografici ‘consolidati’ come quelli dell’Europa e del Nord America.

Febbraio 2018