Una materia, tante materie

La Libera Università di Lingue e Comunicazione sorge vicino alla fermata della metropolitana Famagosta, a Milano: una ex zona periferica che è diventata snodo strategico per il sistema dei trasporti della città, fortemente connotata dalle logiche edificatorie degli anni Sessanta, dispersive e speculative.
L’intervento dello studio 5+1AA, allora diretto da Alfonso Femia e Gianluca Peluffo,
restituisce la medesima identità e dignità sia agli spazi pieni che ai vuoti, progettando un isolato che ospita molteplici edifici tutti in accordo rispetto ai singoli ruoli e significati.
I tre spazi principali del complesso sono pensati per funzioni distinte ma complementari, anzi osmotiche.
Una torre con un cuore in mattoni – la torre dei laboratori, nucleo simbolico e funzionale alla Ricerca di IULM – è rivestita da una rampa continua, una promenade spigolosa ed unica.
La torre è percorribile al suo interno mediante una scala elicoidale e ospita, oltre alle aule e ai laboratori, la biblioteca digitale, uno dei punti di forza del progetto in cui è possibile visionare, registrare ed elaborare molteplici materiali nel campo della comunicazione. Le si affianca, distesa nella manica ovest contigua all’edificio esistente, la biblioteca tradizionale, la cui riunificazione in una sola sede accentua la vocazione unitaria del progetto IULM. Ulteriori spazi sono lasciati agli archivi: la memoria delle iniziative e delle attività nel campo della moda, del cinema, della comunicazione.
La parte sud dell’edificio ospita spazi la cui flessibilità li rende fruibili sia per strutture accademiche, uffici, laboratori, sale, aule, sia come sedi per aziende.
Questa area nasce come Knowledge Transfer Centre, ovvero lo spazio in cui la città entra nell’università, e l’università apre i suoi saperi, un luogo di dialogo e di comunicazione, essenziale in ogni ateneo.
Il KTC può infatti ospitare spin-off che individuano nella collaborazione con l’ambito universitario un’occasione importante di specializzazione e crescita: istituzioni pubbliche e private, aziende nel settore della comunicazione giornalistica, televisiva, d’impresa, del settore moda, arte, design e stile.
Al centro dei pieni e dei vuoti incastrati, la grande sala da 700 posti, rivestita di ceramica verde – la collezione Diamante di Casalgrande Padana -, genera una sensazione di spaesamento, di sorpresa.
Questo rivestimento è stato progettato dallo stesso studio 5+1AA per il noto marchio di ceramica italiana.
La collezione Diamante è costituita da una piastrella in grès porcellanato smaltato, plasmata tridimensionalmente nel suo spessore. Questo elemento ceramico di nuova concezione, grazie alla brillantezza e alle sfaccettature che lo caratterizzano, ispirate al diamante, è in grado di definire superfici mutevoli disegnate da riflessi e contrasti chiaroscurali capaci di rendere la loro percezione sempre differente.
Tridimensionalità, luce e colore riescono a dare differenti significati a questo rivestimento moltiplicandone vocazione e campi di applicazione: una materia, tante materie.

«Creare delle figure “diamantate” a geometria variabile, riuscire a tradurle in volumi, riportarli nella dimensione dell’architettura dell’abitare, della storia e della città, mettendoli in rapporto con le altre materie, la sfida messa in campo e vinta. Da quella idea, da quella sfida, da quella ricerca di compagni di “battaglia” (artisti, azienda, committenti, impresa …) è nato il viaggio che ci ha portato anche a questa realizzazione»

Alfonso Femia