Progetti

Complesso residenziale - Novate Milanese

Periferia virtuosa

A Novate Milanese, nell'hinterland di Milano, un complesso residenziale ben progettato con soluzioni discrete ed efficaci, si propone quale "cucitura" di un paesaggio urbano molto discontinuo
Autore
Riccardo Bianchi
Progetto
Cristian Giazzoli
Contractor
Miculi srl
Superfici Ceramiche
FLORIM
Anno di realizzazione
2017

Periferia nord di Milano, non lontano dall’autostrada e dal Parco della Balossa. Siamo a Novate Milanese, la stazione ferroviaria non è distante e lo stesso vale per il Municipio: è qui che sorge il complesso residenziale di cui raccontiamo. Un’area, come spesso accade nella cintura dell’area metropolitana meneghina, urbanisticamente e architettonicamente discontinua, che alla percezione dello sguardo suscita una sensazione di disordine, composta da un mix di costruzioni risalenti a varie decadi del secondo dopoguerra e con altezze, volumi, facciate su strada disomogenei. Uno delle prime preoccupazioni dell’architetto Cristian Giazzoli e del suo studio chiamati a progettare e a realizzare l’edificio insieme all’impresa Miculi, è stata dunque quella creare una sorta di ricucitura estetica e funzionale del tessuto urbano interessato dall’intervento: trovare un linguaggio e una “plastica” architettonici capaci di rendere la costruzione, che gravita su un incrocio di diverse vie, un elemento distintivo del contesto, ma senza ostentazione. Come spiega l’architetto: “L’intero isolato in cui insiste la costruzione si confronta con gli altri limitrofi, con tessuti di differenti tipologie e caratterizzazioni, con edifici residenziali anni ‘60 e’70 di tipica edilizia cooperativa e di altezza importante, con il recupero dell’area ex Cucirini, più recente e di particolare interesse compositivo, a cui necessariamente ci si deve relazionare anche per la sua peculiarità degli spazi comuni, di attraversamento e interconnessione al piano terra e tra le varie vie che lo circondano. Ancora ci sono l’isolato a est di via Raffaello Sanzio poco armonico dal punto di vista di tipologia architettonica, e l’isolato verso la ferrovia, un classico fabbricato a ringhiera recuperato negli anni ’80, affiancato, a completamento della cortina, da un complesso di corpi di fabbrica che ripropongono il tipico quartiere cittadino di periferia agricolo-industriale. Nell’insieme le altezze variano dai 10 ai quasi 20 metri”.

Su tale “territorio” un po’ sgangherato, Giazzoli ha inserito un complesso residenziale a copertura piana che sfoggia una sagoma mossa, modulata per raccordarsi senza salti alle preesistenze, composto da quindici unità immobiliari distribuite da due vani scala. I box sono al primo piano interrato, le cantine sono al secondo piano interrato. “Lo sviluppo planivolumetrico del nuovo corpo di fabbrica”, osserva l’architetto, “prevede un andamento crescente a partire dall’edificio a due piani esistente a confine con via Sanzio, di recente realizzazione, fino a raggiungere la massima altezza su via Volta al fine di avere un dialogo con gli edifici degli isolati limitrofi. I volumi si articolano dai due ai quattro piani (l’ultimo è un attico) con una griglia di pilotis a sostenere il corpo più alto: una soluzione che ha permesso di ottenere un buon rapporto tra l’area libera e l’ingombro dell’edificio, garantendo spazi comuni e aperti al piano terra con una maggiore correlazione tra interno, esterno sia visiva che reale”. E che, va aggiunto, ha generato un deambulatorio, coperto parzialmente agli aggetti dei piani superiori, ove aiuole verdi e piantumate si combinano a un marciapiede disegnando un minigiardino.

I piani uniti, oltre che dagli ascensori, da un’elegante scala, sono orchestrati in modo differente l’uno dall’altro e comprendono gli appartamenti anch’essi di diverse tipologie, ciascuno con balconi sia sui fronti verso strada che su cortile condominiale, i due all’attico addirittura con un terrazzo che gira su tre lati del caseggiato. L’andamento mosso del lay-out interno si ritrova, ovviamente con diversa cadenza, anche nelle finiture dei prospetti con l’adozione di una facciata ventilata foderata in lastre di grès e gli sfondati rivestiti invece con sistema cappotto e intonachino colorato. Dice Giazzoli: “Per il rivestimento in grès abbiamo scelto le lastre della collezione Rethink colore Sand di Cerim, brand di punta del gruppo Florim, in quanto la finitura omogenea e il tono di colore tipici di questo prodotto si adattano perfettamente alla sobrietà a cui il progetto mirava, e alla esigenza di staccarsi dal contorno, ma senza enfatizzazioni esasperate. E nella scelta di Cerim ha giocato anche un aspetto molto importante e non da sottovalutare: la proposta da parte dell’azienda di Fiorano Modenese (MO) di un sistema/prodotto chiavi in mano: struttura e rivestimento insieme”.
Particolare cura si nota nell’esecuzione dei dettagli quali angoli, chiusure perimetrali in alluminio, contorni-imbotti finestre, frangisole vani scala, i differenti formati delle lastre di grès (studiati a disegno). A questa attenzione per il benfatto va ascritta anche l’adozione per il rivestimento parietale e pavimento (ad esclusione del parquet) delle unità abitative, di prodotti sempre del Gruppo Florim così come sono del Gruppo i pavimenti delle cantine, dei vani tecnici e della zona pilotis.

Superfici Ceramiche
Florim
grès porcellanato
Rethink
Sand
20x120, 30x120, 60x120cm

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