Progetti

Plaza Singapura Shopping Mall - Singapore - Singapore (Singapore)

L’eredità e il lascito culturale del leone malese

La cultura del progetto e il progetto della cultura: Singapore e il suo Plaza Singapura come ideale trait d'union tra storia, cultura, architettura e anima commerciale di una città
Autore
Federica Andreini
Superfici Ceramiche
PIEMME INDUSTRIE
Anno di realizzazione
2015

I grandi progetti come Plaza Singapura fanno venire le vertigini, a causa della vastità dell’intervento immobiliare (122.155 mq), che fa correre l’occhio da una foto all’altra, da un ambiente all’altro, cercando di fissare dei punti di riferimento per capirlo. Di interesse, per conoscere la storia, il National Heritage Board di Singapore, che propone diverse foto di repertorio che vanno dai primi del 900 fino ai giorni nostri. E si entra nella nave in bottiglia. Rendere il più possibile la vividezza delle immagini, è la sfida di questo passaggio narrativo.
Foto 1: Orchad Street, la strada dove è stato costruito per la prima volta il Plaza Singapura nel 1974 BEP Akitek Pte Ltd. Viene fotografata in una tipica giornata di sole, con alberi secolari che accompagnano il percorso della strada nel suo svilupparsi nello spazio. La foto è in bianco e nero e, come tutte le foto dell’epoca è leggermente sfuocata: si scorgono sullo sfondo i calesse a passeggio, alcune figure umane a piedi e si ha la netta sensazione che non sia la vegetazione ad attorniare la strada, ma che sia la strada ad attraversare una foresta che ancora rivendicava la sua natura selvaggia.
Foto 2: 1977. Viene immortalata la facciata di quello che allora era il più grande centro commerciale del sud est asiatico. Quasi non lo si riconosce dopo aver visto l’intervento di ristrutturazione e ampliamento del 2012. Si susseguono così diverse fotografie che riguardano più come veniva vissuto questo spazio dagli abitanti di Singapore e viene da sorridere perché assomigliano terribilmente alle foto di repertorio quando ero degli anni ’70 e ’80: sembra un reportage, un dossier sulle abitudini di vita degli abitanti di allora. Guardando queste foto, le vertigini passano perché tramite quelle foto riusciamo ad avvicinarci ad un mondo lontano, che però riconosciamo, perché contestualizzato dalla frequentazione delle persone. Persone che avevano abitudini diverse e vivevano il loro tempo in modo differente, anche se la frequentazione dei grandi centri commerciali è una realtà ormai universale.
Foto 3: Facciata della nuova ristrutturazione del 2012. Diversi mesi prima la proprietà, la CapitalMall Trust, ha deciso di investire 150 milioni di dollari (di Singapore) per dare una nuova vita al Plaza Singapura in 21 mesi. Sono 170 metri di pannelli ondulati che collegano orizzontalmente le vetrate retrostanti e che si illuminano di sera, mantenendo così vivo il colore bianco che li caratterizza. Sembrano quasi interpretare il flusso delle onde del mare non molto distante e il flusso delle persone che hanno il piacere di visitare i nove piani (due interrati e sette sopraelevati) del centro commerciale muovendosi fluidamente tra negozi, ristoranti e aree di passaggio. Le stesse onde si estendono anche alla progettazione dell’illuminazione interna degli ambienti, dando vita a diverse scie di tentacoli ideali in grado di abbracciare tutto il complesso a cui fanno da contrappunto le superfici di Ceramiche Piemme giocando sulla posa dei 10.000 mq con le due tonalità fornite, sabbia e bianco della collezione Urban. Soffitti e pavimenti definiscono uno spazio non delimitato, indefinito come le onde, che evidenzia la nota di integrazione progettuale di materiali contemporanei che sono stati richiesti per la ristrutturazione avvenuta nel 2015, in una struttura che esiste da 45 anni. Il restyling del 2015 non ha coinvolto solo le superfici, ma soprattutto gli impianti illuminotecnica, i servizi, gli ascensori che portano alle lobby e le nursing rooms.
Foto 4: Vista aerea del complesso in visione notturna. L’illuminazione delle onde strutturali sembra quasi una scia di stelle che porta leggerezza all’interno dei tre grandi edifici. Sembrano quasi le ciocche di una criniera leonina mossa dal vento. Del resto, Singapura è il nome che venne dato a Singapore dal principe Srivijaya, Sang Nila Utama. Il principe sbarcò sulle sue spiagge dall’isola di Sumatra dopo una tempesta: nello stesso momento in cui posò il piede sulla sabbia, vide un leone sulla spiaggia ad accoglierlo. Il leone era un simbolo propiziatorio e di buon auspicio per il futuro e così decise di chiamarla Singapura, città del leone in sanscrito.
Nella modernità di questo vastissimo progetto, il nome richiama l’origine di questa città che dal 1299 ha vissuto fortune alterne, ha richiamato persone provenienti da tutto il mondo e che ha fatto del commercio la sua base economica fondante: crea quindi un legame con l’eredità storica secolare, lasciando una realtà ricca alle persone che verranno.

Superfici Ceramiche
Ceramiche Piemme, Urban
grès porcellanato
Sabbia, Bianco
60x120cm, 60X60cm

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