Archeologia industriale riconvertita

In un contesto storico condizionante quale la città di Pompei, in pieno centro urbano, sorge oggi La Cartiera – Centro Integrato per l’Artigiano ed il Commercio, un luogo in cui il concetto di shopping experience è in forte relazione con il territorio. 115 negozi, un’area food irresistibile, 2100 posti auto (nascosti) e un grande parco verde aperto nella città caratterizzano il grande mall nato dalla ristrutturazione e riconversione dell’ex stabilimento Aticarta, una cartiera dismessa.
Una sorta di “edificio-paesaggio” – come sottolineato dagli architetti che ne hanno curato la realizzazione – Corvino+Multari di Napoli e Design International di Milano – che presentava diverse criticità per la particolare posizione urbanistica.
L’area si estende infatti lungo la sponda destra del fiume Sarno, in ambiente perifluviale, e si inserisce in una zona di interesse storico: il perimetro su cui sorge è contiguo al Polverificio Borbonico, nel comune di Scafati, in relazione territoriale con gli scavi archeologici di Pompei ed il Santuario della Madonna del Rosario.
Il rapporto tra memoria e contemporaneità ha portato così all’idea di recuperare alcune parti dell’archeologia industriale ed integrarle con un nuovo edificio. Ad esempio, l’antica torre di sollevamento dell’acqua della cartiera è stata recuperata e trasformata nel “totem” dell’Emporio, all’interno del quale è ospitata una mostra permanente riguardante la vecchia fabbrica.
La progettazione de La Cartiera ha quindi seguito “un iter complesso, al fine di armonizzare numerose esigenze ed arrivare a definire un’architettura dall’elevata qualità spaziale, perfettamente compresa nel suo habitat ed accolta dalla comunità che la vive”, spiega l’arch. Roberto Sabiano di Design International.
La realizzazione del mall, pensato per creare a tutti gli effetti un luogo capace di unire contesto cittadino e sostenibilità ambientale, ha portato all’ideazione di parcheggi ospitati a piano terra e non visibili ai pedoni ed alla realizzazione di una vera e propria “piazza verde”, disegnata dalla vegetazione, dedicata al divertimento “oltre lo shopping”.
Inoltre, per ricreare l’effetto urbano la luce naturale entra abbondante nel Centro attraverso una copertura vetrata ad alte prestazioni energetiche (fattore solare < 0,30), che riduce il consumo di energia elettrica e caratterizza lo spazio interno con i riflessi dell'ambiente. Dove non è stato possibile realizzare lucernari, sono stati utilizzati pannelli di alluminio riflettente capaci di limitare l'impatto architettonico e creare giochi di luce che moltiplicano gli interni dell'edificio. La forza della luce modula quindi gli spazi attraverso compressioni e dilatazioni che, insieme ai disegni dei pavimenti, realizzati con il grès porcellanato Granitoker di Casalgrande Padana (serie Loft e Metalwood), superano la monotonia di percorsi troppo rettilinei alludendo allo scorrere delle acque del fiume adiacente, oppure al paesaggio agricolo circostante. Proprio la particolare posa della ceramica, "ha reso possibile la realizzazione di forme geometriche che seguissero la tematizzazione delle gallerie ed il caratteristico colore rosso pompèano ha permesso di ricreare le superfici storiche nella porzione di edificio recuperato", sottolinea l'arch. Vincenzo Corvino. Come un luogo permeabile, La Cartiera si apre così al suo contesto e segna una nuova Agorà per la città di Pompei, superando la dualità interno-esterno e potenziando il rapporto tra città e territorio.