Progetti

Ristorante Cornoler - Torino - Torino (Italy)

Alla ricerca del gusto perduto

Nel ristorante Cornoler di Torino si può abbandonare la cognizione di luogo e tempo
Autore
Roberta Chionne
Interior Designer
Carmen Stefanca
Superfici Ceramiche
CERAMICA SANT'AGOSTINO
Anno di realizzazione
2019

Aperto nell’estate 2019, il piccolo e raffinato Cornoler materializza il sogno del suo titolare, il friulano Paolo Zambon, «riprendere e migliorare l’idea del piccolo ristorante di famiglia fondendolo con la qualità del grande ristorante, con l’obiettivo di far sentire il cliente non “come” a casa, ma “a” casa». Il nome stesso del locale, che in friulano indica l’albero ornamentale del corniolo i cui frutti vengono conservati sotto grappa, conduce su sentieri che sanno di tradizioni perse nella notte dei tempi ma radicate e attuali, in cui l’utilizzo di prodotti del territorio nel rispetto delle stagioni è l’ingrediente principale della cucina di Giovanni Balzo. Anche nella “ricetta” dello spazio gli ingredienti non sono stati scelti a caso. Piccole dimensioni, arredi su misura, pochi tavoli ben distanziati tra loro, dipinti dell’artista Piero Ruggeri, pareti rivestite di carta da parati, esposizione di vini, pavimento alla veneziana e luci concorrono a creare un’atmosfera raffinata e al tempo stesso familiare.
Alla base del progetto di interni c’è stata «l’intenzione di creare un ambiente caldo, rilassante e confortevole, rispettando al tempo stesso la storia dell’edificio», ci spiega la designer Carmen Stefanca, illustrando i principali elementi della sua interpretazione: la scoperta e il recupero di un affresco originale sulla volta del locale – che ha ispirato la ricerca di una carta da parati che ne riprendesse grafica e colori delicati – e l’effetto estetico ed emotivo del rivestimento a terra, sottolineando che «il pavimento di un ristorante è un elemento molto importante. È la parte che le persone vedono di più perché siamo abituati guardare in basso e doveva essere molto decorativo». Un obiettivo progettuale che, intrecciatosi alla ricerca di un collegamento ideale con le origini del proprietario e la sua idea di cucina moderna ispirata alla tradizione, si è materializzato in una pavimentazione ispirata al battuto di terrazzo alla veneziana, nell’interpretazione attuale e performante proposta dalle lastre in gres porcellanato Patchwork 6060 della collezione Newdecò di Ceramica Sant’Agostino, ispirata alla tecnica con cui i maestri artigiani veneti davano nuova vita a granulati di marmo e pietre amalgamandoli con calce o cemento misti a sabbia e cocciopesto. Anche l’arredamento, disegnato su misura da Stefanca, ha cercato un equilibrio tra modernità e tradizione, laddove «considerazioni pratiche ed estetiche hanno guidato verso la scelta della ceramica anche per il bancone, sormontato da un unico pezzo di legno sicomoro lungo 3 metri, e i ripiani dei tavoli, rivestiti da lastre di colore nero (Laminam, collezione I Naturali, Nero Greco matt), creando un deciso contrasto con il rosso di sedie e divanetti, realizzati in velluto per dare un tocco di lusso e ricordare l’idea del palazzo nobiliare». Un’atmosfera che di sera acquista un’aura d’intimità più soffusa grazie alla magia della luce, che combina una delicata illuminazione a led costellata dagli strategici punti luce creati da lampade da tavolo.

Superfici Ceramiche
Ceramica Sant'Agostino, Newdecò
grès porcellanato
Patchwork
60x60 cm

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